martedì 2 agosto 2011

Esche 1x02




Trama: Una vecchia amica di John torna a farsi sentire: alla Stanford University c'è stato un feroce omicidio. William e la sua famiglia partecipano alla caccia, ma capiranno presto che non tutto è come sembra.....



(Stanford University, California.)
I corridoi dell'università erano ammantati dal silenzio ma in realtà qualcosa si aggirava tra le ombre, più inquietante della notte stessa. Per Brenda e Thom quella era una nottata tranquilla, e con la spensieratezza che caratterizzava gli anni del college amoreggiavano indisturbati mentre si avviavano alla camera di lei.
- Mi saluterai sulla porta anche stasera?- domandò Thom staccandosi un poco dalla sua ragazza.
Brenda annuì con la testa. Thom fece per protestare, ma Brenda gli chiuse le labbra con un bacio. Qualcosa nell'angolo più buio del corridoio si mosse....
- Quand'è che mi farai entrare in camera tua?- insistette Thom- Solo per ascoltare un po' di musica, giuro!
Si fermarono davanti alla stanza 134, quella che Brenda condivideva da un anno con la peggior compagna che le potesse capitare.
- Quando lei non è in stanza, potremo fare quello che vorremo!- rispose appoggiando la schiena alla porta, con la mano già pronta a girare la maniglia.
- Andiamo, non essere ridicola!- rispose Thom- Devo aspettare che la tua compagna di stanza è a lezione, o in biblioteca, o dove diavolo va a studiare per gli esami per entrare nella tua stanza?
- Mi spiace, ma lo sai com'è fatta.- rispose Brenda in tono seccato e dispiaciuto assieme.
Darla, la sua compagna di stanza, era stata chiara fin dal principio: niente schiamazzi o baccano la notte; il sonno conciliava lo studio e lei non voleva essere disturbata per nessun motivo. Anche accendere la luce era vietato.
- Sai benissimo che se la sveglio durante la notte, dovrò sentire le sue lamentele per una settimana intera!- aggiunse poi la ragazza- Adesso vai, fai il bravo!
- E va bene ti lascio andare.- disse Thom sospirando- Ci vediamo domani a colazione?
Brenda annuì e gli stampò un ultimo bacio sulle labbra prima di aprire la porta e di sgusciare all'interno della stanza cercando di non fare il minimo rumore. Thom se ne andò ficcandosi le mani nelle tasche dei jeans e scuotendo il capo; quella Darla era davvero strana. Alle sue spalle, si mosse ancora qualcosa di indefinito e silenzioso, che produsse solo un leggero spostamento d'aria. Thom allora si fermò e si voltò lentamente. Non vide nulla. Riprese quindi a camminare, accelerando il passo. Brenda nel frattempo si era già svestita al buio, aiutata nei movimenti solo dalla scarsa luminosità emanata dal display del suo cellulare. Si infilò una T-shirt in maniera così flemmatica che le venne quasi da ridere. Lanciò poi un'occhiata alla sagoma di Darla, immobile nel suo letto. Spense il cellulare e si allungò sul materasso. Il sonno la colse prima di quanto si aspettasse. La notte trascorse veloce, e Brenda fu risvegliata solo dal suono della sua radiosveglia: le sette del mattino. Si alzò a sedere sul letto ancora assonnata e sbadigliò, stiracchiandosi. Quindi sollevò gli occhi e come ogni mattina lo sguardo gli cadde sullo specchio che era proprio davanti a lei, sul mobile dello stereo. Sobbalzò: sullo specchio scritte con quello che sembrava inchiostro rosso c'era queste parole: “contenta di non aver acceso la luce neanche stanotte?”.
Brenda pensò fosse un ridicolo scherzo, e fece per voltarsi verso la sua compagna di stanza. Ma prima che potesse farlo, guardò meglio nello specchio: in un angolo in basso intravide la figura di Dana. Stesa sul letto, gli occhi e la bocca spalancata, il sangue che ricopriva quasi per intero tutto il corpo come squarciato a metà. Brenda scattò in piedi a quella visione e si voltò. Quando vide il corpo massacrato di Darla, gridò quasi a spezzarsi le corde vocali.

(Carson City. Casa Gravestone)
Betsy si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno e solo dopo qualche istante si ricordò dove fosse: aveva deciso di dormire in un sacco a pelo in camera dei suoi fratelli. Dopo le rivelazioni di suo padre e l'orribile esperienza con la signora Green, non le andava di starsene da sola nella sua cameretta. Justin si sporse dal suo letto e la guardò:
- Ancora quell'incubo?- le chiese.
Betsy annuì passandosi una mano sul volto stanco.
- Dovresti dirlo a papà.- aggiunse poi Justin.
- E dargli un'altra preoccupazione?- rispose Betsy scuotendo la testa- No. E' solo colpa di questa situazione.
Justin assentì; anche lui in realtà non aveva passata una nottata tranquilla.
- Già, è tutto talmente assurdo....
Sean comparve sulla porta già vestito. Si era alzato da un pezzo.
- Ancora non vi decidete a lasciare il letto voi due?- domandò.
- E tu? Da quanto sei già sveglio?- gli chiese Justin.
- Veramente non ricordo di essermi mai addormentato questa notte.- disse entrando nella stanza e andandosi a sedere sul suo letto- Ho ancora davanti agli occhi l'immagine della vecchia signora Green che brucia tra le fiamme dell'inferno....Non credo che riuscirò più a dormire come prima....
Betsy e Justin annuirono e calò nella stanza il silenzio. Poi Betsy chiese:
- Papà dov'è?
- Ha trascorso la notte in cucina con John Winchester.- rispose Sean in tono preoccupato- Non mi piace quel tipo....
- A me sta simpatico.- lo contraddisse Justin- E' un vecchio amico di papà, e tanto mi basta per accettarlo in famiglia.
- E' un cacciatore di demoni.- lo corresse Sean senza mezzi termini- E' pericoloso, dove c'è lui c'è il Male.
- Anche papà è un cacciatore di demoni.- puntualizzò Betsy uscendo a fatica dal sacco a pelo nel quale era rimasta incastrata- E lo era anche la mamma. E in qualche maniera ancora ignota....lo siamo anche noi.
- Non dire stupidaggini Bets.- la rimproverò Sean aiutandola.- Questa storia deve finire quanto prima se non vogliamo rovinarci la vita.
Betsy fissò negli occhi il fratello. Disse:
- Io credo che oramai sia troppo tardi....

Giù in cucina William e John Winchester avevano trascorso la notte a chiacchierare dei vecchi tempi, delle loro cacce a demoni, spettri e vampiri. Alternarono risa a lunghi silenzi, fino a quando non arrivarono di nuovo ad affrontare l'argomento Dean- Sam. Argomento che ogni volta avrebbe scaturito un'accesa discussione.
- Mi stai chiedendo troppo John.- parlò William- Non posso lasciare di punto in bianco la mia vita e partire con te. Né posso costringere i miei figli a venire con noi. Non sarebbe giusto.
- Will, ascoltami.- gli rispose John cerando di farlo ragionare- Dì ancora una bugia a quei ragazzi e loro ti odieranno per tutta la vita. Un'altra menzogna è l'ultima cosa che vogliono sentire da te.
- E che dovrei fare allora?- chiese William, ancora incapace di accettare quello che era accaduto di nuovo nella sua vita.
- Dire la verità: che partiamo alla ricerca di Dean e Sam perché forse c'è coinvolto....
William lo bloccò prima che John potesse pronunciare le parole che più odiava al mondo.
- Chi? Mio figlio?- sbottò- Il feto strappato dal grembo di Ally dopo che è stata uccisa? No, no....è assurdo....è la cosa più assurda che io abbia mai sentito.....Non posso neanche pensarci....
- William, tu non capisci- insistette John- Negare questa possibilità vuol dire....
John si bloccò perché il suo cellulare iniziò a squillare come impazzito. L'uomo si affrettò a rispondere, con la speranza che quel numero sconosciuto che era comparso sul dispay appartenesse a uno dei suoi figli.
- Pronto?- chiese con voce carica di speranza.
Gli rispose la voce di una donna, bassa e tremolante.
- John Winchester? John, sei tu?
John sospirò dispiaciuto: non erano i suoi figli.
- Si sono io.- rispose tentando di mascherare la delusione- Chi è che parla?
- John, sono Gwen. Ho bisogno del tuo aiuto....
John restò in silenzio per qualche secondo. Cercò nei suoi ricordi una donna di nome Gwenn. Poi disse:
- Gwen? Gwen Winston della California?
La donna dall'altra parte del telefono singhiozzò:
- E' accaduta una cosa orribile.....
La donna scoppiò in un pianto dirotto. John avvertì un'altra voce dall'altro capo del telefono: Brenda aveva appena strappato la cornetta dalle mani di sua madre.
- John Wincester?- parlò la ragazza- La chiamo dall'università di Stanford. Conoscevo suo figlio, Sam. La mia compagna di stanza è stata assassinata questa notte. Credo che questo caso la possa riguardare.
John ascoltò in silenzio la descrizione sommaria di quello che era accaduto.
- Verrò.- disse prima di riattaccare.
William e John si scambiarono una lunga occhiata.
- Adesso mi dirai che hai bisogno del mio aiuto per questo caso.- concluse William prima che l'amico potesse parlare.
John non rispose, ma il suo silenzio valse più di mille parole. William alla fine sospirò.
- E va bene. Ma dovrò cercare una scusa plausibile per i miei figli.

William avrebbe dovuto aspettarselo: quando comunicò a Sean, Justin e Betsy che sarebbe partito con John, in casa Gravestone scoppiò il caos.
- Lo sapevo che te ne saresti andato via!- urlò Sean- Cosa vuoi fare? Lasciarci a vivere da soli per andare a caccia di demoni con il tuo amico? Ma ti rendi conto, papà, di quanto tutto questo sia folle?
- Sean, ti prego....ascoltami...- provò a calmarlo William, inutilmente.
La discussione andò avanti per quasi mezz'ora. Sean continuava a inveire contro il padre, Justin invece ora lo difendeva dagli attacchi dal fratello, ora lo accusava di volerli abbandonare, indeciso ancora quale posizione prendere. L'unica a starsene in silenzio, era Betsy. Ripensava al sogno che quella notte aveva fatto per ben tre volte di fila, sempre lo stesso, sempre identico. La tomba della madre, la presenza misteriosa del giovane che stava lì accanto, il ragazzo steso a terra sanguinante. Doveva esserci forse un nesso tra quell'incubo e la telefonata che aveva ricevuta John; non poteva essere altrimenti. E prima che potesse accorgersene aveva già detto:
- Io vengo con te, papà.
Quelle parole smorzarono di colpo la discussione. William guardò prima Betsy poi John, che annuiva con la testa.
- Anche io vengo con te, papà.- annunciò Justin piazzandosi accanto alla sorella.- Sean? Che vuoi fare? Noi abbiamo deciso. Possiamo anche negare che tutto questo non accada; ma i demoni esistono. E tu lo sai meglio di noi.
Sean tentò di dominare la rabbia. Era tutta una follia. Ma Betsy e Justin avevano deciso, e nulla avrebbe fatto cambiare loro idea, lo sapeva bene. Non gli restava che seguirli per tenerli sott'occhio. Annuì con la testa e se ne andò in camera sua; prima di partire voleva starsene un po' da solo.
- Questa non sarà una vacanza.- disse William preoccupato all'idea che i suoi figli partissero con lui.
- Lo sappiamo papà.- rispose Betsy.
- No, figli miei. Non potete ancora saperlo.....

Quando Betsy si ritrovò seduta sul sedile posteriore della Ford Focus grigia di suo padre, guardò con nostalgia la sua casa; ebbe come l'impressione che quel viaggio in realtà sarebbe stato più lungo del previsto. Si risvegliò da quei tristi pensieri quando Justin le bussò al finestrino. Lei sobbalzò.
- Io vado in macchina con John!- le disse il fratello- Ci vediamo all'arrivo.
Betsy annuì. Pensò che Justin volesse andare in macchina con quell'uomo perché aveva discusso con suo padre in merito alla sua Honda rossa: Justin voleva seguirli in moto, ma William era stato categorico su quell'argomento. Così suo fratello fu costretto a rinchiudere il suo gioiello in garage e a salutarlo a malincuore. Era a dir poco furibondo. Justin si allontanò proprio quando Sean salì sulla Ford. Non parlò e Betsy non gli rivolse alcuna domanda. Bel modo di iniziare un viaggio....
William salì al posto del guidatore. Anche lui non aprì bocca. Accese il motore e partì.
- Non credo che tu sia voluto venire con me solo perché sei arrabbiato con tuo padre per la faccenda della tua moto!- disse John seguendo la macchina di William.
- E perché sarei venuto allora?- chiese Justin.
- Per sapere cose che altrimenti tuo padre non ti direbbe mai!
- Perché, ci sono altre cose che mio padre non mi ha detto?
La domanda era retorica; Justin sapeva che c'era dell'altro sotto, che quella era solo la punta dell'iceberg. John non rispose e il viaggio proseguì in silenzio. Anche nella Ford grigia nessuno parlò.
Arrivarono a Palo Alto che era quasi buio. Avevano fatto un paio di brevi soste durante il viaggio. John ricordava quasi esattamente dove abitava Gwen, e trovare la casa della donna fu abbastanza semplice.
- Finalmente John!- esordì Gwen che andò incontro all'uomo quando scese dalla macchina.
Poi la donna si accorse della presenza della famiglia Gravestone. Apparve subito nervosa.
- E loro chi sono?- domandò.
- Amici.- rispose John- Non che io non sia felice di rivederti Gwen, ma vuoi spiegarmi perché ci hai fatto correre qui?
- Credo che sia Brenda a dovervi dare delle spiegazioni....
Gwen poi l'invito a entrare in casa. Prima di muoversi Sean alzò gli occhi, e vide nella finestra della stanza più in alto la figura di una ragazza: Brenda spiava da dietro la tenda della sua camera i nuovi arrivati. Si ritirò e scese da basso.
Dopo le doverose presentazioni, in salotto la ragazza raccontò per filo e per segno che cosa era accaduto la notte precedente nella stanza del suo college. Sembrò turbata e fu costretta a fare molte pause per tranquillizzarsi. Quando rivelò della scritta sullo specchio, Justin la interruppe:
- E' una leggenda metropolitana quella.- disse- Ho visto una scena simile in un film.
- Bene, abbiamo un assassino cineasta!- commentò Sean, poco interessato alla storia.
- Il punto è che- proseguì Gwen- casi simili sono già avvenuti nell'università.
- Quando?- domandò John- Sam non me ne ha mai fatto parola. Anche se non parlavamo spesso di queste cose. Anzi, non parlavamo affatto....
John chinò lo sguardo ma nessuno parve curarsi di quelle su parole. A Gwen tremolò la voce quando rivelò:
- Capitò la stessa cosa alla mia compagna di stanza anni fa. Quando io frequentavo la Stanford.
- Questo cambia tutto.- concluse William- Se c'è qualcosa all'interno dell'università, allora è legato a voi due.
Gwen fu sul punto di scoppiare in lacrime. Posò una mano su quella di John che sedeva sul divano vicino a lei.
- Devi aiutarci, John. Ti prego....
- Certo Gwen!- rispose l'uomo- Ma dimmi: come si concluse la vicenda anni fa? La polizia trovò l'assassino della tua compagna di stanza?
Gwen scosse il capo e lasciò andare la mano di John, che era visibilmente imbarazzato da quel contatto.
- No. Nessuno riuscì a fare giustizia.
- Sono anni che ci conosciamo Gwen.- aggiunse poi John- Perché non mi hai mai parlato di questa cosa?
La donna scrollò le spalle e si soffiò il naso.
- Avevo paura. Credevo di essermi lasciata tutto alle spalle e invece....c'è forse una maledizione su di noi....
John annuì e lanciò una veloce occhiata a William. Quest'ultimo fece qualche domanda generale su quale fosse la stanza dove era avvenuto l'omicidio. Quindi chiese alla fine se c'era un hotel economico in città dove poter passare la notte. Gwen diede le dovute istruzioni, e con la promessa che si sarebbero presto sentiti, John e gli altri lasciarono la casa. Quando furono in strada e fecero per tornare alle loro macchine, Sean disse:
- Non crederete per caso a questa storia ridicola! La loro versione dei fatti fa acqua da tutte le parti!
- E' quello che pensavo anche io!- assentì John- Conosco Gwen, ho aiutato alcuni sui amici in un caso di poltergeist anni fa. Mi avrebbe di certo accennato del suo caso irrisolto.. C'è qualcosa in lei che non mi convince....
- E allora che si fa adesso? Di solito come si procede in una caccia?- domandò Justin con voce eccitata.
- Si cercano delle prove.- rispose William- E quindi si torna al college.
John restò qualche istante in silenzio. Poi disse:
- Lasciamo andare i tuoi ragazzi.
- Che cosa?- chiese William che credeva di non aver sentito bene.
- Che cosa?- domandò a sua volta Sean.
- Si, lasciamo andare loro.- spiegò John- Chiederemo a Brenda di portarli all'università. Due uomini che entrano in un college di notte assieme a una studentessa, fa più scalpore della bravata di tre ragazzi che non hanno resistito alla voglia di vedere la scena di un crimine infrangendo qualche regola.
William aprì la bocca per protestare. Poi pensò che l'amico non aveva tutti i torti. E soprattutto non poteva continuare a tenere i suoi figli sotto una campana di vetro. Ora che i demoni sapevano che era tornato a cacciare, avrebbero perseguitato anche loro. Dovevano imparare a difendersi. Era giunto il momento.
- Ve la sentite? Sean?- domandò.
Sean prese a fissarsi le scarpe. Nemmeno Justin e Betsy risposero. William allora stava per rinunciare a quel piano, quando Sean si decise a chiedere risollevando lo sguardo:
- Ci darete almeno qualche amuleto dei vostri per difenderci dagli attacchi dei demoni?
John sorrise. William annuì e sebbene fosse preoccupato per la vita dei suoi figli, invitò tutti a salire in macchina e a cercare l'albergo. Lì avrebbe spiegato loro il piano e da lì avrebbero richiamato Brenda. Nel frattempo la ragazza li spiava ancora da dietro le tendine della sua cameretta.
- Brenda...- la chiamò sua madre entrando nella sua camera.
Il tono della donna era ancora terrorizzato.
- Posala!- comandò la ragazza ancora voltata di spalle.
Gwen si arrestò al centro della stanza. Teneva le mani nascoste dietro la schiena.
- Posa quella bottiglia.- comandò ancora Brenda voltandosi lentamente.
Gwen mostrò la bottiglietta d'acqua santa che teneva nascosta.
- John ti ucciderà, demonio, come tu hai ucciso mia figlia impossessandoti del suo corpo!- strillò Gwen tra le lacrime.
Brenda scoppiò in una risata malvagia. Gli occhi le divennero color della pece. Gwen allora gettò la bottiglietta a terra e gridando scappò al piano di sotto. Il demone la inseguì, e poco dopo il silenzio della notte fu squarciato da un urlo di dolore.

Come avevano previsto nel piano, John chiamò Brenda qualche ora dopo per dirle che quella notte avrebbe dovuto accompagnare i fratelli Gravestone alla Stanford University per mostrare loro la stanza dove era avvenuto l'inspiegabile omicidio. I dormitori erano stati completamente sgomberati in seguito a quel feroce assassinio, e anche gli ultimi studenti rimasti erano tornati a casa anticipatamente per la pausa estiva. Dunque potevano agire indisturbati. O almeno era quello che speravano....
William e John li accompagnarono fuori l'università e attesero in macchina.
- Siamo certi di quello che facciamo?- domandò William, con voce tesa.
- E' l'unico maniera, lo sai.- rispose Jhon- Tendere una trappola prima di finirci dentro è una delle regole della caccia, l'hai forse dimenticato?
- Si, ma è con la vita dei miei figli che stiamo giocando!
John non rispose. Poi disse in tono che mal celava tristezza:
- E' qui che studiava Sam. Chissà dove sarà ora.....
- Vorrei tanto che ai miei figli non fosse toccata la stessa sorte...- rispose William mentre guardava i suoi ragazzi che si allontanavano assieme a Brenda.
- Preoccupati solo quando non avrai più loro notizie.- rispose John-Quando scompariranno come risucchiati dal nulla....
- Li troveremo John. Troveremo Dean e Sam, vedrai...
I fratelli Gravestone nel frattempo seguivano Brenda senza parlare. Stavano per raggiungere l'ingresso principale dell'università, quando un ragazzo sbucò fuori come dal nulla. Sean si arrestò e afferrò Betsy per un braccio.
- Chi è quello?- chiese sospettoso.
- Mi chiamo Thom.- disse il ragazzo presentandosi- Vi aiuterò a entrare!
- Brenda, non ci avevi detto che qualcun altro sarebbe stato coinvolto in questa storia!- continuò Sean.
La ragazza sorrise e disse che era tutto sotto controllo, ma Justin e Sean si scambiarono lo stesso un'occhiata preoccupata.
- Ci stanno ingannando....- sussurrò Betsy ai suoi fratelli.
Sean e Justin non risposero, ma oramai era troppo tardi per tornare indietro e avvertire William. Seguirono Brenda e Thom che li condussero verso un'entrata lungo gli archi esterni della costruzione. Thom cacciò fuori un mazzo di chiavi e aprì la serratura. Nessuno osò chiedere come mai quel ragazzo avesse libero accesso all'università. Raggiunsero la camera di Brenda e Dana camminando molto velocemente. Una volta dentro Thom accese le luci e richiuse la porta. A chiave.
- Che cosa fai?- domandò Justin spaventato.
- E' solo una precauzione; nel caso venisse qualcuno.- spiegò Thom.
Ma quella era solo una scusa, il suo tono di voce non convinse nemmeno lui. Betsy si accostò al letto che era stato di Dana, nel quale la ragazza era morta solo la notte precedente. Una macchia rossa ricopriva metà del materasso, una larga macchia di sangue ora rappreso. Betsy s'impietosì a quella vista e si accorse di non provare il minimo ribrezzo. Sean l'afferrò per un braccio impedendole così di avvicinarsi ancora di più.
- Si ragazzi, è morta lì.- spiegò Brenda- Il demone l'ha uccisa mentre dormivamo.
- Il demone?- chiese Justin che tentava invece di non far cadere l'occhio sulla macchia di sangue- E tu come fai a sapere che è stato un demone?
Brenda si morse il labbro inferiore. Parve impallidire.
- Non lo so infatti.....è solo che se mia madre ha chiamato voi.....- provò a dire.
- Andiamo Brenda!- sbottò Thom facendo sobbalzare tutti nella stanza- Uccidiamoli e facciamola finita!
Sean si voltò di scatto verso i due. Justin deglutì nervosamente.
- Che cosa state dicendo?- domandò Sean facendo un passo avanti con aria minacciosa.
Brenda diede un colpetto sulla spalla di Thom, infuriata e spaventata assieme.
- Hai rovinato tutto, scemo! Adesso lui si arrabbierà!- disse.
- Lui? Lui chi?- domandò Betsy- Ma di cosa state parlando?
Thom cacciò fuori un coltellino dalla tasca dei jeans. A quella vista Sean indietreggiò, Justin andò a piazzarsi accanto a lui e Betsy per poco non cadde distesa sul materasso sporco.
- Brenda, spiega ai tuoi amichetti la situazione. Avanti!
La ragazza fissò Thom con sguardo truce. Poi si girò a guardare i fratelli Gravestone.
- Mi dispiace ragazzi, ma non potevamo fare altrimenti.
Sean, Justin e Betsy restarono a guardare mentre gli occhi di Brenda da blu quali erano diventarono all'improvviso neri come la pece. Betsy trattenne un grido di spavento. Gli occhi di Thom si trasformarono alla stessa maniera.
- Ma che cosa....- fece per dire Justin, terrorizzato a morte.
- Demoni!- concluse Sean, in tono di disprezzo.
Thom scoppiò a ridere. Brenda avanzò verso di loro.
- Ora che i fratelli Winchester sono fuori combattimento, non potevamo lasciare che altri prendessero il loro posto.- disse la ragazza- Dovevamo fermarmi, ora che siete ancora molto inesperti. Attirarvi qui è stato più semplice di quanto mi aspettassi. John e William poi vi hanno lasciato andare senza tante storie come agnelli al macello. Poveri, poveri cacciatori; questa sera un'altra prole morirà....
- Hai ucciso tu Darla?- domandò Sean guardandosi attorno con la speranza di trovare un'arma con la quale difendersi.
- No! Sono stato io.- confessò divertito Thom giocando con il suo coltellino- E' stato davvero un piacere uccidere quella rompi scatole. In realtà, al contrario di quello che pensava, sono entrato in questa camera di notte più volte di quanto non si sarebbe mai immaginata!
- A chi ti riferivi quando prima hai detto che lui si arrabbierà?- chiese Betsy.
Brenda era oramai a un metro dai tre fratelli.
- Troppo curiosa la piccola Gravestone.- disse- La curiosità uccide, non lo sapevi?
- Noi non sappiamo nulla di caccia e demoni....siamo innocui...- balbettò Justin, atterrito- Lasciaci andare e prometto che non vi daremo più rogne....
- Ogni cacciatore che uccidiamo è un punto a nostro favore.- parlò Thom- Voi ne valete cinque ciascuno. I demoni vi daranno la caccia che voi li cacciate o no. Vuole che voi moriate....
- Chi? Chi vuole la nostra morte?- chiese Sean alzando il tono di voce.
La porta si spalancò di colpo sotto i calci di John e William. Puntarono due pistole contro i demoni.
- Rispondi a mio figlio!- comandò William.
Thom ringhiò e gli si avventò contro con una velocità incomprensibile ad occhio umano. Ma William fu più lesto e sparò un colpo, ferendo il demone a una spalla. John cacciò un'ampolla di acqua santa e ne lanciò alcuni getti addosso ai due demoni. Thom già ferito cadde a terra in ginocchio lamentandosi, mentre Brenda fece per scappare dalla finestra ma venne bloccata dalle braccia di Sean, che l'afferrarono per la vita e la spinsero all'indietro. William corse in aiuto del figlio e presa un'ostia sacra la poggiò sulla fronte del demone provocandole una tremenda ustione sulla pelle. Brenda urlò.
- Allora, dimmi chi è che vuole i miei figli morti!- comandò l'uomo.
Brenda lo fissò con i suoi occhi color della pece e scoppiò a ridere. Quindi si rifece seria quando iniziò inaspettatamente a bruciare dall'interno. Sean mollò la presa e si allontanò. William fece lo stesso. Poi anche Thom iniziò inspiegabilmente ad ardere vivo. I due demoni furono avvolti dalle fiamme e scomparvero tra le urla.
- Ma che cosa è accaduto?- chiese Justin scioccato.
John sembrò capire e uscì di corsa dalla stanza. Notò qualcosa che svoltava l'angolo del corridoio, gli parve di vedere il lembo di un impermeabile chiaro e prese a correre brandendo la pistola. Ma quando girò l'angolo, non vide nessuno; qualunque cosa avesse provocato la morte dei due demoni, era già svanita nel nulla.
- Papà ma che succede?- domandò Betsy con le lacrime agli occhi.
La ragazza gli si gettò tra le braccia, tremante.
- Ragazzi, perdonatemi ma era necessario.
- Che cosa?- chiese Justin fissando il punto dove era bruciato Thom.
- Fare da esche.- concluse Sean- Tu e John avevate capito e ci avete lasciato entrare da soli qui. Sapevate che quei demoni cercavano noi, perché voi cercate la cosa che li guida, non è vero?
William annuì con la testa.
- Avevamo visto giusto: la storia raccontata da Gwen e Brenda era assurda.- annunciò John rientrando nella camera.- Quel demone sapeva che chiamando me, avrebbe coinvolto anche voi. Hanno iniziato a darvi la caccia ragazzi, e prima di quanto ci aspettavamo.
- Chi papà? Chi ci dà la caccia? Il demone ha detto lui...- disse Justin ancora confuso e spaventato.
- Non lo so, Just. Non lo so.
William e John si scambiarono un'occhiata che in realtà sosteneva il contrario.
- Papà.....credo che tu debba insegnarci qualcosa....- aggiunse Justin.
- Come difenderci dai demoni.- disse Sean- Se loro ci danno la caccia, allora questo significa che noi cacceremo loro.
William e Sean si fissarono a lungo. Il momento era arrivato: i fratelli Gravestone entravano a far parte ufficialmente di coloro che decidevano di sconfiggere il Male. Anche a costo della vita stessa.

Tornarono a casa di Gwen. La ritrovarono con il collo spezzato, riversa sul pavimento della sua cucina. Era servita allo scopo di attirare i cacciatori in quel luogo e poi i demoni se n'erano liberati. Come Dana era stata una vittima di un piano che ancora non comprendevano.
- Il passato non muore mai.- disse William osservando il cadavere della donna- Quando hai avuto a che fare con il Male, esso ti perseguita fino alla morte come un marchio.
John assentì.
- Povera Gwen.....
John strinse i pugni e fece un lungo sospiro. Poi rivolgendosi al suo amico:
- Credo che quei demoni fossero al servizio di....
- Non dirlo John.- lo bloccò William prima che potesse finire la frase- Ti prego, non stasera.....
Non riusciva ancora ad accettare l'idea che il bambino che portava in grembo Ally quando venne uccisa.....No, era pura follia, non voleva pensarci.
I ragazzi nel frattempo aspettavano fuori dalla casa, ancora scossi per quello che era appena accaduto.
- Non credo che i miei nervi reggeranno.- disse Justin.
- I tuoi nervi non hanno mai retto nulla...- lo rimbeccò Sean- Forse è la volta buona che ti saltano e impazzisci sul serio....
- Non sei divertente!- gli rispose Justin dandogli un pugno sul braccio.
- Ragazzi.- parlò Betsy, seduta sul cofano della Ford grigia- La prossima volta tocca a noi. Toccherà a noi ammazzare un demone. Papà non potrà correre sempre in nostro aiuto.
Sean annuì e tese una mano davanti a lui.
- Promettiamoci allora che non ci divideremo mai,- disse- che ci proteggeremo a vicenda, che non ci mostreremo mai terrorizzati di fronte a nulla.
Justin posò la sua mano su quella del fratello.
- Lo prometto....Tranne la parte di non mostrarci terrorizzati; questo non posso assicurarvelo...
Besty saltò giù dal cofano e afferrò le mani dei fratelli.
- Prometto di vendicare la morte di mamma.- disse.
Sean e Justin non risposero. Fissarono le loro mani congiunte, ignari di tutto quello che sarebbe accaduto, del Male che circondava il mondo, e soprattutto ignari dell'oscura presenza che in quel momento osservava, da dietro alcuni alberi senza farsi vedere, quel loro solenne giuramento.
La caccia aveva ufficialmente inizio.

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